Insieme all'introduzione del principio dell'open data by default nella legislazione italiana (il famoso articolo 9 di riforma del Codice dell'Amministrazione Digitale), si è stabilito che annualmente si pubblichino le linee guida sugli standard tecnici e le procedure di pubblicazione dei dati aperti ed un rapporto sullo stato di attuazione.
Pochi giorni fa è uscita l'edizione 2014 dell'Agenda Nazionale per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico, pubblicazione aggiornabile di anno in anno e con la quale si determinano le azioni da intraprendere per dare atto al Codice sopra citato.

L'obiettivo dichiarato è quello di superare l'autonomia nelle modalità di gestione del patrimonio informativo delle singole amministrazioni per uniformarlo e valorizzarlo individuando tre direttrici sulle quali si danno obiettivi e enti pubblici responsabili:

  1. basi di dati di interesse nazionale;
  2. convenzioni aperte tra pubbliche amministrazioni;
  3. dati di tipo aperto.

I principi che regolano l'agenda sono: fruibilità (dei dati su reti telematica), interoperabilità (uso di formati standard), qualità (secondo lo standard ISO/IEC 25012), accessibilità (secondo altre normative), gratuità (a meno di eventuale costo di riproduzione), riutilizzabilità (le licenze permettono anche il riuso commerciale).
E' facile notare che questi principi discendono dalla Open Definition, come le direttive delle linee guida da cui traggono ispirazione.

Nella terza sezione del documento si enunciano gli obiettivi del 2014 discendenti dalle direttrici:

  • espansione delle basi di dati di interesse nazionale con l'inclusione del Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali;
  • agevolazione delle convenzione fra pubbliche amministrazioni (ad esempio Comune/forze di polizia) per l'utilizzo di servizi e dati creati dalle stesse;
  • apertura dei dati a meno di quelli a conoscibilità limitata (per privacy, segreto di stato e statistico) corredati di descrizione tramite metadati e a costo gratuito o marginale, dando priorità agli insiemi di dati considerati di interesse nazionale;
  • coinvolgimento della società civile nella apertura ed utilizzazione dei dati;
  • valorizzazione dei dati tramite formazione dei dirigenti pubblici, risoluzione delle incongruenze normative e finanziamento di iniziative mirate alla valorizzazione stessa.

Nella Tabella 1 si trova l'elencazione dei dataset chiave, nella Tabella 2 i dataset considerati chiave dalla convenzione dell'Open Data Charter del G8, mentre nella Tabella 3 i dataset richiesti dalla società civile: per le prime due si individuano anche date di massima per il rilascio, a cominciare dalle informazioni aggregate sulle dimissioni dei pazienti ricoverati su scala nazionale (Ministero della Salute, Maggio 2014).

Questo 2014 si prospetta un anno ricco di nuove pubblicazioni di open data sostanziosi, sperando che le promesse relative alla qualità dal dato siano mantenute, altrimenti avremo nuovamente dati inutilizzabili.

Il documento completo è consultabile sul sito dell'Agenzia per l'Italia Digitale.