L’articolo che andrete
a leggere esprime solo ed esclusivamente la mia opinione. Lettore avvisato!
Mi capita sempre più spesso, causa passione per questo mondo, di leggere articoli, richieste sui forum
etc etc di persone più o meno disperate con la propria distribuzione GNU/Linux.
Alcuni che hanno problemi di natura hardware dovuti a configurazioni più o meno esotiche, altri per procedure che generano eccezioni dai codici più disparati. In molte di queste discussioni, arriva sempre un personaggio che con spirito di collaborazione (apprezzabilissimo fra le altre cose) emette la sua sentenza: Prova $QUESTA()!
Brividi….
Alcuni che hanno problemi di natura hardware dovuti a configurazioni più o meno esotiche, altri per procedure che generano eccezioni dai codici più disparati. In molte di queste discussioni, arriva sempre un personaggio che con spirito di collaborazione (apprezzabilissimo fra le altre cose) emette la sua sentenza: Prova $QUESTA()!
Brividi….
Ragazzi parliamoci chiaro. IO PENSO (e lo scrivo così, per
sottolineare la natura puramente soggettiva della riflessione) che ad esempio Archlinux sia una distribuzione fantastica perché in anni di utilizzo mi ha davvero
assecondato in ogni mia “elucubrazione” con davvero pochi problemi ma non è la
soluzione ad ogni male informatico dell’utente. A dirla tutta (e qui alcuni di
voi prenderanno in mano i pomodori per tirarmeli) Linux in generale non è la soluzione per tutti.
Perché?
Faccio un esempio: Fra gli aggiornamenti che Archlinux una volta mi propose mi capitò di avere dei
problemi relativi all’upgrade di un pacchetto di cui ora non mi ricordo il nome.
Tralasciando il caso specifico la soluzione era presente all’interno del
portale di ArchLinux Italia e ha richiesto pochi passaggi.
Dove voglio arrivare? Che un nuovo utente deve essere formato e prendere coscienza dello strumento che si ritrova fra le mani. Non si può andare a suggerire a chi non riesce ad installare Debian di installare Archlinux perché è tecnicamente impreparato allo strumento , avrà problemi già semplicemente dalla sua installazione (alcuni ne avevano con AIF e mi ricordo ancora le discussioni per la sua eliminazione, se volete dare un ripasso ci pensa Marco's Box - Il Caso Archlinux), ma non perché una sia tecnicamente più semplice dall’altra o migliore dall’altra ma semplicemente perché hanno target e mission (oltre che filosofia e approccio)diversi, e noi da una semplice richiesta di aiuto su una distribuzione non sappiamo ne che tipo di utente ci troviamo davanti ne qual è la sua preparazione: insomma SPAM ragazzi!
Dove voglio arrivare? Che un nuovo utente deve essere formato e prendere coscienza dello strumento che si ritrova fra le mani. Non si può andare a suggerire a chi non riesce ad installare Debian di installare Archlinux perché è tecnicamente impreparato allo strumento , avrà problemi già semplicemente dalla sua installazione (alcuni ne avevano con AIF e mi ricordo ancora le discussioni per la sua eliminazione, se volete dare un ripasso ci pensa Marco's Box - Il Caso Archlinux), ma non perché una sia tecnicamente più semplice dall’altra o migliore dall’altra ma semplicemente perché hanno target e mission (oltre che filosofia e approccio)diversi, e noi da una semplice richiesta di aiuto su una distribuzione non sappiamo ne che tipo di utente ci troviamo davanti ne qual è la sua preparazione: insomma SPAM ragazzi!
Deve entrare nella testa delle persone che non esiste il
prodotto migliore in senso assoluto,
esiste il miglior prodotto per lo scopo
che abbiamo in mente.
Perché che ci crediate o no, per alcune persone Windows è effettivamente la soluzione migliore, per altri OSX per tutta una serie di ragione che a priori noi non possiamo conoscere. Ma anziché puntare il dito sul perché gli altri in alcune circostanze possano risultare migliori, fermiamoci un momento a riflettere.
Perché che ci crediate o no, per alcune persone Windows è effettivamente la soluzione migliore, per altri OSX per tutta una serie di ragione che a priori noi non possiamo conoscere. Ma anziché puntare il dito sul perché gli altri in alcune circostanze possano risultare migliori, fermiamoci un momento a riflettere.
Troppa scelta
Altra cosa impopolare che andrò a dire: Nel mondo Open Source c’è troppa scelta! Troppi progetti, troppa frammentazione di risorse al punto da far diventare paradossalmente la libertà, una limitazione. Ad esempio limiti l’utente infatti se proponi due DE che condividono la stessa base, solo perché tu devi integrare poi due applicazioni tue e inserire un menù diverso ma il tutto senza innovare nulla.
Purtroppo o per fortuna in questo senso non si può far nulla: Ognuno è libero di fare quello che vuole e certamente la libertà non deve mai venire meno…ma “che spreco di risorse”!
Altra cosa impopolare che andrò a dire: Nel mondo Open Source c’è troppa scelta! Troppi progetti, troppa frammentazione di risorse al punto da far diventare paradossalmente la libertà, una limitazione. Ad esempio limiti l’utente infatti se proponi due DE che condividono la stessa base, solo perché tu devi integrare poi due applicazioni tue e inserire un menù diverso ma il tutto senza innovare nulla.
Purtroppo o per fortuna in questo senso non si può far nulla: Ognuno è libero di fare quello che vuole e certamente la libertà non deve mai venire meno…ma “che spreco di risorse”!
Ogni anno sarà l’anno di Linux ma…
Siamo spinti a consigliarlo e a testarlo nelle situazioni
più svariate, ma credo che ci sia una questione sulla quale dovremmo
riflettere. Più successo porta più visibilità e attenzione, più attenzione
porta più supporto da parte dei produttori e programmatori, più supporto dai
produttori e programmatori porta ad un prodotto migliore. Siamo quindi portati
a suggerire Linux nella stragrande maggioranza dei casi se quest’ultimo è sempre
più curato e valido, quindi conviene a tutti che Linux abbia un successo sempre
maggiore . Ma è davvero necessario che abbia questo successo tanto sperato da
molti o le applicazioni (inteso come casi d’uso) di Linux d’oggi rappresentano
già il migliore dei successi?
Può Linux avere successo puntando solo ed esclusivamente sull’Open Source? Siamo sicuri che per alcuni l’adozione di Linux non sia altro che una questione di risparmio economico, una maniera per levarsi dalle scatole i costi delle licenze e nient’altro fregandosene dei sorgenti aperti e balle varie?
Può Linux avere successo puntando solo ed esclusivamente sull’Open Source? Siamo sicuri che per alcuni l’adozione di Linux non sia altro che una questione di risparmio economico, una maniera per levarsi dalle scatole i costi delle licenze e nient’altro fregandosene dei sorgenti aperti e balle varie?
Se per assurdo esistesse una sola distribuzione che
poggiasse su Kernel GNU/Linux che impedisse (totalmente) l’uso di software
proprietario, staremo ancora qua a parlarne, oppure per raggiungere un certo
successo e supporto dalle case produttrici convivere con il software
proprietario è necessario?
Android sarebbe
diventato quello che è oggi se ad esempio Google non ci avesse puntato su e non
avesse creato un ecosistema di applicazioni e servizi?
A me GNU/Linux piace, lo amo e lo utilizzo, ma perché ho
fatto una scelta consapevole, quella che se decidessi di basarmi su una
workstation Linux-based potrei avere qualche piccolo fastidio e dovrei armarmi
di pazienza, tempo e preparazione, cedere dal punto di vista della filosofia e
della libertà in termini di programmi e driver.
Non sto dicendo che la colpa sia di Linux, non sto dicendo che sia dei produttori di hardware o dei competitors ma che secondo me bisogna prendere coscienza del fatto che Linux non è per tutti e per tutto.
Non sto dicendo che la colpa sia di Linux, non sto dicendo che sia dei produttori di hardware o dei competitors ma che secondo me bisogna prendere coscienza del fatto che Linux non è per tutti e per tutto.
Libertà o pragmatismo? A voi la scelta.
E’ un doppio errore
Già, perché oltre ad avere poi dei problemi noi che lo
consigliamo senza una minima analisi dell’utente a cui lo suggeriamo, senza
ascoltare le sue necessità (l’uso di programmi come Microsoft Office, AutoCAD o Photoshop giusto per citarne alcuni
non sempre per l'utente possono essere sostituiti dai software Open Source che abbiamo disposizione), che dobbiamo
fornire assistenza ai nostri amici, colleghi o eventuali clienti (perché non
possiamo dar loro uno strumento e poi fregarcene dei problemi di tutti i giorni)
, diamo l’opportunità ad ognuno di questi di definire Linux un prodotto
scadente.
E voi come la pensate?
Ho un pc un po' vecchiotto, che dite va bene Gentoo?
RispondiEliminaceeeeeeeeeeeeerto va bene
RispondiEliminaMeglio Ubuntu 12.04 con Unity.
RispondiEliminaSei 5 minuti liberi per l'installazione si, tanto fai veloce XD
RispondiEliminaArticolo scritto bene e anche se soggettivo rispecchia fedelmente la realtà dei fatti, almeno per come la penso io, se dovessi fare un articolo lo scriverei esattamente così tranne Arch che sostituerei con Ubuntu perchè fuori da Ubuntu io non mi ci sono mai trovato.
RispondiEliminaIn principio io ero uno che odiava Windows, se potevo buttavo Ubuntu in tutte le discussioni (specialmente se parlavano di virus) ma poi ho capito che non serve a niente e nessuno.
Certo io vorrei che Linux fosse distribuito al pari di Windows e Mac, non tanto per orgoglio ma semplicemente perchè in questo modo si avrebbe meno problemi con hardware, magari ci girerebbero software tipo Photoshop, quello che manca a Linux ancora oggi è il pieno supporto da parte di tutti i produttori di software/hardware (che è determinato appunto dalla diffusione relativa del pinguino), esempio emblematico iTunes che non gira su Linux e che da utente del pinguino mi ha fatto cambiare lo smartphone (da iPhone 4s a Galaxy s5) e lo stesso accadrà con l'iPad quando dovrò sostituirlo.
Questo snobbare Linux è il vero impedimento per la piena diffusione del sistema open source, diffusione che porterà indubbiamente benefici a tutti (escluso ovviamente i vari Bill Gates etc etc) ma finchè Linux non lo vedremo a fianco di Windows nei pc in vendita nelle grandi distribuzioni (e gente che lo compra ovviamente, altro "effetto collaterale") purtroppo non cambierà mai nulla e Linux sarà sempre relegato a percentuali di diffusione che latitano intorno al 1-2% nei pc domestici.
Ubuntu ha tracciato la strada ma ancora non basta perchè è una strada che parte da Canonical e basta, per il resto sta sempre alla volontà dell'utente finale far girare Linux bene.
Però se chi ci riesce poi non lo lascia più allora vuol dire che è un sistema operativo maturo e valido (io non lascerei mai Kubuntu per Windows/Mac, mai e poi mai), ma non può essere diffuso solo grazie a chi lo usa, ci vuole un investimento maggiore (soprattutto in termini di pubblicità) investimento che porterà sicuramente a rientri (più è diffuso e maggiore saranno le possibilità per tutti, soprattutto per chi ci investe sopra).
Linux finora è cresciuto grazie a chi lo usa e lo sviluppa, ma questo non basta, sempre ammesso che sia proprio necessario diffonderlo in modo massiccio...
Grazie per il commento positivo sul mio articolo, mi fa piacere che qualcuno possa trovare piacevole il mio pezzo. Per tornare in tema, l'articolo non voleva puntare il dito su una distribuzione in particolare (che sia Ubuntu, Archlinux o altro) ma sottolineare quel "malcostume" che porta a suggerire un qualcosa per il puro spirito di farlo, come a soddisfare una propria sete di sponsorizzazione che ad un reale desiderio di diffusione di un progetto che si può (giustamente o meno) ritenere valido. In un mondo come il nostro, dove l'informatica sta sempre più invadendo settori particolari della nostra vita (dallo shopping al lavoro) non avere un briciolo di idea su quello che ci serve, su quello che facciamo e su come usare gli strumenti è abbastanza grave. Come hai detto tu @Massimo 1968 "sempre ammesso che sia proprio necessario diffonderlo in modo massiccio..."
RispondiEliminaHo riscoperto Linux dopo alcuni anni e per certi versi sono rimasto stupefatto dai passi in avanti delle interfacce utente; finalmente posso guardare lo schermo senza inorridire per i font penosi e posso scegliere tra n-mila DE.Il supporto per l'HW è anch'esso migliorato moltissimo però, purtroppo ho visto anche tanta frammentazione e spesso mi innervosisco quando vedo tante risorse intellettuali "sprecate" per migliorare questo o quel desktop perdendo di vista quello che per me è importante:LE APPLICAZIONI, perché la realtà dei fatti è questa, a distanza di 10 anni da quando usavo Redhat per lavoro e Slackware a casa sono sempre qui che non ho un equivalente Linux di programmi come Autocad (ok esiste draftsight ma non è proprio la stessa cosa) e SOLIDWORKS o programmi per il CAM come ARTCAM.Continuo ad usare il programma con il quale mi trovo meglio con il sistema operativo che me lo supporta meglio e stop.Peccato :(
RispondiEliminaProva ReactOS!
RispondiEliminaE' il gatto che si morde la coda, l'installato Linux e irrisorio quindi le software house non investono su versioni dei loro prodotti per quella piattaforma; ma se le software house non investono allora Linux non si diffonde, la vedo dura uscirne; secondo me più che al mercato consumer che è un settore in agonia sul versante pc desktop (al contrario di tablet/(smartphone), Linux dovrebbe puntare al mercato aziendale molto più di quello che fa adesso, entrando di prepotenza in settori come il CAD.
RispondiElimina"Concordo pienamente a metà con l'articolo" come ebbe modo di dire un calciatore.
RispondiEliminaVero che oggi (e forse anche domani) Linux non sia per tutti e per tutto. Ma, molto spesso, davvero MOLTO spesso, le esigenze quotidiane casalinghe sono del tutto soddisfatte da prodotti alternativi e disponibili per Linux.
Ci sono sicuramente delle situazioni in cui Linux non è capiente e non discuto nemmeno.
Verissimo che, in assenza di business non riusciremo mai ad uscire da un recinto fatto di passione ed approssimazione.
Ma io invito gli appassionati a non perdere la passione e a non smettere di proporre soluzioni open, farlo però con la consapevolezza di quello che si sta proponendo e solo DOPO aver esaminato correttamente le esigenze della controparte.
Che io ne ho sentiti tanti dire "ho bisogno di Photoshop" e poi vedere fotomontaggi pessimi e basta.
Chiudo con una riflessione, le uniche speranze del mondo Gnu/Linux su desktop passano per le distribuzioni che forniscono un PRODOTTO fatto e finito, capace di essere presentato.
In questo senso, dobbiamo capire che progetti come Arch sono per appassionati tra gli appassionati.
Enrico, sai meglio di me che "mal comune mezzo gaudio" ci possa pure stare quando parliamo comunque di utilizzo medio del pc, che in alcuni casi si riduce spesso e volentieri per i più nell'entrare su Facebook o scrivere due righe su Writer. Li si, sono pienamente d'accordo con te perché per quel tipo di esigenza non ci sono problemi di sorta e si, si può tranquillamente consigliare l'utilizzo di distribuzione che già "out of the box" permettano un uso spensierato del computer, meglio ancora se si sceglie una LTS.
RispondiEliminaIl "problema" è semmai quando si iniziano ad avere dell'esigenze più particolari. La soluzione open va sempre proposta, ma va proposta quando valida, e recepita come tale. Se tu all'utente fai presente l'esistenza di un software open ma quest'ultimo non ha neanche lontanamente chiaro cosa significhi tutto questo, lui lo recepirà solo come un programma gratuito. Se lo stesso programma gratuito lo può avere su Windows, ad esempio, per quale motivo adottare Linux? Non fa bene al movimento, e nei casi più positivi non porta alcun vantaggio al sistema (vai a spiegare il concetto di feedback..), in quelli più negativi porta a considerare il prodotto scadente.
Manca la cultura insomma.
Si ragiona per preconcetti, dove se più paghi, più vali, per valere un certo costo devi saperti vendere, quindi raggiungere il successo... Linux ne ha bisogno?
Trovo interessante che tu a distanza di anni trovi un aspetto più curato delle interfacce grafice (GNOME2 vs GNOME3 ad esempio offre un salto notevole). Posso chiederti da quanti anni sei tornato su Linux?
RispondiEliminaForse lo ricorderai Stefano, ne scrissi mesi fa su un gruppo Linkedin del quale entrambi facciamo parte.
RispondiEliminaAvevo una necessità banale: utilizzare una schedina a processore, Raspberry o PCduino, per inviare in streaming l'audio raccolto dal microfono. Apparentemente una cretinata.
Montai sulla scheda, prima una e poi (disperato) l'altra la distribuzione più diffusa e meglio assistita in assoluto: Ubuntu. All'inizio, perchè alla fine le provai tutte.
Il primo ostacolo fu rappresentato dal trovarmi dinanzi N guide, tutte differenti una dall'altra.
OK, santa pazienza e cominciai a fare esperimenti.
Non ne funzionò neppure una. Io le seguivo pedissequamente ma nulla da fare! Ai tizi che scrivevano la guida tutto andava, a me non funzionava un cavolo di niente.
Peggio, verso la fine delle guide spesso si arrivava a cose completamente diverse... conflitti di librerie, comandi non accettati, device che avrebbero dovuto chiamarsi in un modo e invece avevano un altro nome... una vera presa in giro, come se questo sistema operativo non fosse deterministico!
Dopo una settimana di tentativi, sempre più schifato dall'assoluta inutizzabilità del giocattolo (perchè una cosa simile è un giocattolo) mollai.
La soluzione fu un arcaico portatilino con sopra Windoes, una manciata di click su installer e configurazione (entrambi grafici) e... fatto. Tre minuti e tutto era in piedi, perfettamente funzionante.
Hai ragione ma, a mio avviso Linux è proficuo molto più di quanto non ci diciamo anche tra di noi.
RispondiEliminaI casi in cui la bilancia è a suo sfavore ci sono, ma non sono certo tantissimi.
La realtà è che spesso anche il linaro che sponsorizza non sa cosa sta facendo.
Ma io vorrei che gli entusiasti non smettano di esserlo e lo dico io che, con un PC compliant non posso mettere un kernel >3.16
Bell'articolo, penso che sia valido per tutta la tecnologia in generale e non solo per GNU/Linux. Mi spiego meglio, c'è un mucchio di gente (parlo considerando tutta la platea di utenti) che ha già difficoltà ad usare Windows. C'è un mucchio di gente che manco sa usare uno smartphone ma lo compra per seguire le mode, che non sa cosa sia un servizio cloud e carica le proprie foto personali (senza manco saperlo) per poi indignarsi se le stesse vengono "rubate" e ripubblicate dappertutto. Per non parlare degli utenti facebook che non sanno impostare la privacy e si stupiscono se tutto il mondo sa i fatti loro. Questo, per dire che, prima di volere usare uno strumento occorre essere padroni dello strumento, altrimenti succede un po' come quando uno prova un frullatore senza coperchio, scoprendo che la roba va dappertutto.
RispondiEliminaQuindi GNU/Linux è per tutti? Dipende, di sicuro non tutte le distribuzioni sono per tutti. Una volta che un utente ha sviluppato un minimo di conoscenza da capire cosa vuole e come usarlo potrà decidere la distro più adatta, e allora si, GNU/Linux sarà per tutti. Ma se un windows user medio passa ad Arch di punto in bianco, logicamente si troverà in seria difficoltà (cito Arch ma potrebbe essere una distro qualsiasi) solo l'impatto con la CLI per un windows user medio è un punto critico (quanta gente ho sentito dire che Linux fa schifo perché usa ancora DOS (parole testuali di chi confonde la shell con il prompt dei comandi DOS :D )).
"Può Linux avere successo puntando solo ed esclusivamente sull’Open Source?" Certo, anzi DOVREBBE puntare solo sul Software Libero & Open Source. Pensiamo ad un futuro utopistico dove tutti i driver di qualsiasi componente hardware siano Open Source (meglio ancora Software Libero). Intanto avremmo piena compatibilità con qualsiasi OS, e soprattutto avremmo un miglioramento netto di prestazioni (sia perché da un lato chiunque con le giuste competenze potrebbe adattare l'hardware ai propri bisogni, sia perché le modifiche ai driver potrebbero essere distribuite verso tutti. Le aziende avrebbero driver più performanti sviluppati direttamente dagli utenti a costo quasi zero, senza contare che si avrebbe maggiore compatibilità tra produttori diversi dello stesso hardware avendo libero accesso ai driver e anche maggiore concorrenza). Inoltre con Software Libero ed Open Source si incentiva ancor di più l'utente ad informarsi e a diventare padrone dello strumento.
Comunque è tipico dell'Italia (e non riguarda solo il panorama Linux o informatico) portare un'innovazione senza prima aver formato gli utenti.
Quindi per GNU/Linux e per la tecnologia in generale, servirebbe più informazione su cosa è effettivamente cosa e sul come usarlo appieno.
tutte considerazioni valide il problema è che nel mondo informatico l'utente medio non è medio ma sottoterra, usando linux migliora usando windows accederà solo alla pagina facebook
RispondiEliminaDallo scorso anno (avevo lasciato nel 2001 circa); un amico utente Apple mi aveva parlato di Elementary ed ho voluto provarla,mi è piaciuta e l'ho tenuta per diversi mesi, provando contemporanemente altre distro.Adesso mi sono concentrato su Arch perchè sono orientato al minimalismo e mi piace l'idea dellla distro "LEGO" :) del resto era il motivo per cui usavo Slackware compilando l'intero KDE dai sorgenti (cosa che adesso non mi sognerei mai di fare)
RispondiEliminaAvercene di avvocati come te :) nell'azienda dove lavoro ne abbiamo diversi e 3 si occupano solo di giuslavoro e usano praticamente solo Office e nello specifico Word e qualche foglio elettronico.L'azienda supporta windows quindi di Linux neanche a parlarne, nell'ufficio informatico dove lavoro io siamo in 5 e solo io lo uso , a casa perchè in ufficio devo usare win7/8.Tornando al tema specifico sono sicuro che i colleghi avvocati possano usare Libre Office senza troppi patemi ma sono altresì quasi sicuro che invece i colleghi dell'amministrazione non rinuncerebbero mai ai loro "spaventosi" figli excel infarciti di formule che spesso per essere caricati in memoria da rete vanno in timeout per quanto sono "tamugni" :) Io uso poco Calc e per quello che mi serve va bene ma non sono poi così sicuro che possa sostituire un excel 2010 (per quanto mi faccia abbastanza schifo in generale) in ambito aziendale per la facilità di creazione di formule di calcolo anche complesse o molto complesse.
RispondiEliminaChissà se i grafici dell'Expò usano Linux...
RispondiElimina@Elia Notarangelo probabilmente la tua esperienza in questo ambito potrebbe essere utile ad altri, specie visto che il processo telematico sembra non lo usino tutti e sia "contestato"... @Marco Giannini immagino sia d'accordo se volessi scriverci un articolo da diffondere :-)
RispondiEliminaSono convinto che, avendoli fatti un architetto abbia usato Photoshop cs X+1 con X grande a piacere ad un MacBook super Pro mega figo da Millemila euri.
RispondiEliminaeffettivamente :D
RispondiEliminaQuoto @sabas88 sul blog ho una rubrica chiamata "lavorare con linux" dedicata a chi come te usa linux nella sua professione, se vuoi puoi scrivermi raccontando la tua esperienze e ti pubblico http://www.marcosbox.org/search/label/Lavorare%20con%20Linux
RispondiEliminaE' già uscita la versione 12.04? Io sono rimasto alla 8.10....
RispondiEliminaPurtroppo, con i tempi di crisi che corrono, il mio lavoro è richiesto e sono sempre con la lingua per terra (un po' come i becchini durante le epidemie...).
RispondiEliminaNon appena sollevo la testa dai libri metto giù qualcosa. Grazie per la fiducia
Meglio LFS (Linux From Scratch) che fai prima.
RispondiEliminaMI viene in mente la favola di Andersen "I vestiti del Re"....
RispondiEliminaA volte infatti, troppo "wishful thinking" induce a dipingere la realtà come si vorrebbe che fosse, trascurando aspetti che appaiono ininfluenti, ma che, visti da un punto di osservazione diverso, rivelano un' inaspettata importanza.
Uso Linux da anni, in ambito professionale e personale. Mi è capitato, tempo fa, di seguire un utente cui ho proposto l' installazione di Linux. In quell' occasione ho toccato con mano quanto differenti esigenze possano influire sull' "usabilità" di una configurazione di sistema.
Molte delle operazioni che un utente windows si trova a disposizione "out of the box", non sono automaticamente garantite in un' installazione Linux, ma devono essere implementate ad hoc, talvolta con qualche difficoltà. Per fare un esempio banale: per poter vedere lo streaming RAI con Firefox, è necessario ricorrere all' installazione di "pipelight" così da poter utilizzare il plugin di Silverlight. I repositories, di Pipelight, tuttavia, generano, a volte, problemi durante gli aggiornamenti automatici, ecc. ecc.
Linux è nudo ? Ebbene si! Questo non ne fa affatto un prodotto scadente, anzi. Occorre tuttavia tenerne conto ed assicurarsi di poter confezionare "l' abito adatto" prima di offrirlo come soluzione alternativa agli utenti. Linux è potentissimo, una vera corazzata. Stabile, resiliente, efficientissimo. Eppure non è adatto per tutti i casi. Chi, del resto, userebbe una corazzata per andare a pescare le trote in un torrente ?
Se ne potrebbe parlare per mesi senza venirne a capo :) Ma mi limito ad alcuni punti chiave da Ubuntu/Mint user.
RispondiEliminaPer un utilizzo normale che non preveda programmi particolari (o giochi) Linux va benissimo, lo uso regolarmente sul computer del lavoro e l’ho installato con successo nella segreteria della società sportiva con la quale collaboro.
La distribuzione che ho in entrambi i casi è Linux Mint, molto semplice e ha già i programmi che mi servono, anche Dropbox e Skype sono già nei loro repository. Quello che bisogna capire è che in primis l’attenzione deve andare all’utente finale, solo così un sistema potrà avere vero successo. Poi chiaramente si può e si deve spingere anche sulla base (Debian, Arch) ma l’attenzione principale deve essere SEMPRE sull utente finale, perché Ubuntu e Mint (e credo anche Manjaro) hanno così tanto successo?
Uno spreco di risorse? Io direi proprio di sì, prendiamo qualche dato: linux è usato all’1,34% di coloro che usano un computer, di questa piccola percentuale (ridicola per spingere un produttore a sviluppare sw proprietario per linux). Questo unoequalcosa percento si spartisce qualche centinaio di distro, e tantissimi desktop environment. Ma serve davvero tutta questa scelta? O in nome della libertà ognuno si fa il suo sistema? Non conviene iniziare a pensare di frammentare meno gli sforzi, fare meno os e meno desktop, magari più customizzabili e supportati?
Fonti
http://en.wikipedia.org/wiki/Usage_share_of_operating_systems
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_Linux_distributions
http://it.wikipedia.org/wiki/Desktop_environment
Ultimo punto, chi contribuisce davvero a linux?
http://spectrum.ieee.org/computing/software/whos-writing-linux
Se si generasse più attenzione magari altre aziende come Canonical proverebbero a lanciare qualche distribuzione SERIA, non come quella cagata di Xandros che ho trovato installato sul mio EEEPC
Concordo pienamente con questo articolo! Anche io adoro Linux, ma riconosco che non é per tutti...anche se ho riscontrato quasi sempre opinioni positive verso Linux e piú nello specifico, verso Ubuntu e derivate.
RispondiEliminaÈ bello vedere che esistono colleghi avvocati oramai passati al lato cantinaro della forza :)
RispondiEliminaTi cito @Elia Notarangelo "anche l'installazione di applicativi su windows richiede un supporto tecnico esterno iniziale, quando l'utente non è capace." Uno dei problemi è proprio questo, perché a scuola non si insegna ad utilizzare il computer con diversi sistemi operativi? Il tecnico che si occupava della gestione della rete e dei computer della mia scuola superiore era estremamente preparato, al punto che un giorno si perse nello spiegarmi i vantaggi dell'utilizzo di un OS Linux-based (usava una distribuzione esotica ma più sentita) rispetto a Windows. Insomma, di gente preparata ne abbiamo, perché non puntiamo a formare meglio gli utenti di domani? Ah, già....esportiamo il Medioevo!
RispondiEliminaPurtroppo il discorso è molto semplice: non arriveremo mai a una soluzione che accontenti tutti. Io ad esempio penso che la frammentazione animalesca sia un male, senza se e senza ma, perché non punta ad una innovazione, ma punta ad una semplice presenza sul palcoscenico per dire "Ehy, I'm here". Su cosa si basano? Sul concetto di libertà. Senza quella libertà non avrebbe senso ed esistenza l'intero ecosistema Linux, quindi è giusto continuare così. Per quello nel post dico..."che spreco!"
RispondiEliminaSono in parte d'accordo. L'unica cosa che mi fa storcere il naso del tuo pensiero è relativo al possibile successo puntando esclusivamente su software Open. Mi spiego: non dico che non debba essere così e che non mi auguro accada, anzi, ma penso che il successo (ancora da capire in base a quali parametri decretare il successo) sia difficile da raggiungere. Se si imponesse l'utilizzo di software open, di fatto si negherebbe la libertà di poter usare il software che si vuole, andando di conseguenza contro gli stessi principi filosofici dell'Open (e quindi ti giocheresti una fetta di utenza attaccata al concetto di libertà), al tempo stesso quanto credi sia facile eliminare dall'uso professionale programmi ad esempio come Photoshop se probabilmente sono gli stessi utenti che comprano smartphone per moda?
RispondiEliminaSi si, ricordo quel tuo post. Lo avevo apprezzato, come lo apprezzo oggi perchè sei andato oltre il semplice giudizio raccontando il caso in questione. Nel tuo caso uno dei problemi è relativo alla presenza o meno in una distribuzione di un pacchetto o di un determinato numero di pacchetti, senza dimenticare la versione degli stessi e il package manager di riferimento. Effettivamente bisognerebbe spendere più di qualche pensiero su questa cosa, andando oltre il solo utilizzo della cli.
RispondiEliminaE' facile riscontrare opinioni positive quando comunque si prende ad esempio una distribuzione estremamente user friendly come Ubuntu. Fortunatamente abbiamo l'opportunità di proporla e di testarla ma quando le cose e le richieste si fanno un filo più complicate allora non è così semplice ed è altrettanto facile fare di tutta un'erba un fascio. Linux non è Ubuntu.
RispondiEliminaPersonalmente Photoshop non lo eliminerei ma lo "porterei" su altre piattaforme.I bei programmi non vanno eliminati, solo i "brutti" programmi devono esserlo :)
RispondiEliminaSai cosa è strano Stefano? non tanto il fatto in sè, che alla fine può essere stato dovuto alla mia semplice poca competenza su Linux (anche se devo dire che per un qualcosa di così banale alla fine del 2014 non dovrebbero essere necessarie particolari competenze), quanto il modo quanto meno esotico in cui funzione l'HAL di Linux.
RispondiEliminaSpiego per chi non è particolarmente addentro ai sistemi operativi:
Tutti gli OS "evoluti" posseggono un Hardware Abstraction Layer, ossia uno strato software che rende uniforme il comportamento dei dispositivi occupandosi dei dettagli dettagli e quindi presentando al software applicativo un'interfaccia sicura ed uniforme.
In Windows, ma anche in OS-X, posso riferirmi ad un qualcosa (in questo caso la scheda audio) sempre con la stessa metodologia di approccio. Può essere una scheda PCI, una USB, può addirittura non esserci alcuna scheda fisica ma una virtuale (ad es. Virtual Audio Cable), e posso anche star lavorando su un telefono o su un server da 30.000€... non cambia nulla, la scheda per il software applicativo (e quindi per l'utente) sarà vista sempre allo stesso modo e si gestirà con gli stessi comandi.
Naturalmente anche Linux possiede un HAL ma, cosa assurda, non esiste un obbligo di implementazione, ossia delle metodologie esposte agli applicativi!
Quindi un povero disgraziato come il sottoscritto si troverà innanzi tutto ad avere a che fare con approcci basati su OSS ed in altri casi su ALSA.
Poi, cosa ancor più assurda, non è affatto detto che differenti versioni della stessa tecnologia siano totalmente retrocompatibili,
Ancor peggio, non è affatto detto che stesse versioni della stessa tecnologia implementate su hardware differenti siano poi utilizzabili allo stesso modo.
Per finire, cosa più assurda di tutte, una stessa versione di kernel assemblata in distribuzioni diverse può avere comportamento completamente eterogeneo (per esempio per una distro potrei avere /dev/dsp ed in un'altra /dev/audio, e non è garantito che in quegli indirizzamenti virtuali ci siano le stesse cose al variare dell'hardware realmente collegato collegato!!!).
Ora Stefano, me lo spiegate come si fa a pensare che una grande software house possa investire su un casino di questo genere?
Perchè questo non succede mica solo se devi collegare un dispositivo, ma te lo ritrovi pure se devi progettare una GUI, per la quale i gestori delle finestre sono un numero enorme e ciascuno usa un approccio differente dall'altro.
E se le grandi aziende non investono in software portando sui desktop i pacchetti "veri", l'utilizzo di Linux per la produttività resterà sempre e soltanto limitato agli hobbisti.
E' come per la politica Stefano.
RispondiEliminaAnche il micro partitino con una paio di seggi nel consiglio comunale di Canicattì alla fine porta soldi.
Non essendo Linux proprietario (o meglio, proprietario lo è e tutti se lo dimenticano. Torvalds semplicemente non esercita il suo controllo) non esiste modo di porre un freno.
Però qualcosa *potrebbe* cambiare: Microsoft ha stretto un accordo con Canonical per la fornitura dei servizi OneDrive alla IoT, e questo può far presagire l'integrazione generalizzata della principale distribuzione Linux all'interno di un ecosistema solido e razionale come quello Windows.
Altra novità che *potrebbe* avere pesanti ricadute nel mondo Linux, questa volta mobile (Android), è l'acquisto di Cyanogen ad opera di Amazon e della stessa Microsoft.
Questo potrebbe portare ad un'esautorazione di Google ed una totale razionalizzazione del Market, che diverrebbe quello solido ed affidabile gestito da Amazon.
Tutto in divenire naturalmente, ma l'aria di novità, non so fino a che punto apprezzate dai sostenitori dell'open "puro", sta tornando a soffiare.
Dico tornando perchè alla metà degli anni 2000 sutto la spinta di Ubuntu Linux aveva raggiunto l'otto percento dei desktop (!) e tutto venne gettato alle ortiche a causa delle folli prese di posizione dei seguaci di Stallman.
Le statistiche dicono che migliora meno del 2%.
RispondiEliminaGli altri, molto più prosaicamente, sopo due o tre giorni lo mandano al diavolo e tornano a Windows o OS-X.
Se i risultati sono questi mi sa tanto che il metodo di insegnamento non è dei migliori.
Ottime domande! Io parlavo di successo, riprendendo la domanda dell'articolo.
RispondiEliminaDipende cosa intendiamo per "successo", se successo è ottenere per Linux una diffusione come Windows su PC questo dipenderà anche da altri fattori (se tipo venissero approvate delle leggi per vendere PC e/o portatili senza OS, vietando il preinstallato oppure fornire all'acquirente la scelta del sistema da installare prima del ritiro del prodotto). Se invece per "successo" pensiamo al modello Linux beh è un successo che Windows10 abbia stravolto ed introdotto parecchie novità prese da Linux (e da altri OS apple), come i desktop virtuali, il rinnovo del prompt dei comandi, le installazioni da riga di comando, ma anche la convergenza (un po' presa da ubuntu), e la nuova politica sull'introduzione delle feature come aggiornamenti. Quindi da questo punto di vista è già un successo.
Se lo guardiamo con la lente del software libero non è per niente un successo neanche all'interno del mondo GNU/Linux visto che praticamente nessuna distribuzione "famosa" è completamente software libero.
Anch'io come la maggior parte di chi passa da windows a GNU/Linux all'inizio pensavo solo che la roba funzionasse senza tanti sbattimenti, poi pian piano ho scoperto la FSF con i suoi bei ideali che però non comprendevo e mi son chiesto: "Ma perché non usare software di qualità anche se proprietario? Sarò ben libero di scegliere cosa usare."
E qui il problema sta nel definire il concetto di "libertà". E son giunto alla conclusione che l'usare software proprietario è una finta libertà. Un esempio concreto i plugin flash e adobe reader per chromium. Se fai a meno di flash e dell'adobe plugin persino il sito dell'INPS avrà difficoltà. Ma davvero per scaricare il CUD devo essere obbligato ad avere l'adobe reader plugin? E perché mai?
Quindi, fatto salvo il solito caso che ognuno deve valutare cosa cerca e cosa vuole dallo strumento che usa (se uno ama Photoshop e lo vuole usare anche se proprietario deve essere libero di farlo) e che saremo sempre vincolati ad usare software proprietario, il modo migliore per essere liberi è creare un'alternativa (come lo è LibreOffice vs MSOffice) o lo è stato Firefox vs IE e far capire agli utenti perché è migliore.
PS mi scuso per la lunghezza del post, cercherò di essere più breve in futuro.
Dimenticavo, tempo fa mi è stato utile questo articolo
RispondiEliminahttps://www.gnu.org/philosophy/open-source-misses-the-point.it.html
soprattutto il paragrafo "Paura della Libertà", lo linko per chi non lo conoscesse ;)
In realtà la rai è passata a Flash, quindi non c'è più questa necessità e ci sarà sempre meno dal momento che Silverlight stà per essere abbandonato da Microsoft, ma è vero che il problema a volte c'è, mi sembra che in alcuni casi ad esempio Mediaset lo utilizza ancora...Comunque out of the box un bel cippo, neanche in Windows è preinstallato, ma è vero che per alcune cose in Linux occorre installarle, ma niente che un utente comune può fare seguendo una semplice guida.
RispondiEliminaAlla fine io credo che noi utenti Linux siamo un po troppo severi con le distro Linux, certo non saranno perfette, ma neanche Windows lo è,e a volte ci si sofferma su stupidaggini che alla maggior parte degli utenti non interessano. In Gnu-Linux ci sono distro per tutti i target, se qualcuno vorrebbe consigliare una distro Linux sarebbe bene però farlo non in base ai propri gusti, ma in base alla semplicità, supporto, guide ecc....poi quando l'utente sarà grande deciderà se cambiare o meno. Consigliare Arch-Linux ad un utente inesperto sarebbe da pazzi e controproducente...
All'utente "normale" non interessa reinstallare ogni 6 mesi per avere l'ultima versione o dover perdere tempo dietro a avanzamenti di versione che spesso portano a qualche problema, alla gente interessa solo avere un sistema che funzioni e che faccia quello che deve fare.
Beh l'abbandono di Silverlight è stata cosa buona e giusta ma io mi riferivo proprio al plugin flash. Nel senso se scarichi chromium su windows devi scaricarti il flash player (proprietario, senza contare che uno dei software più insicuri). Sarebbe bello se anche la RAI come youtube passasse ad HTML5. Per il fatto dei software preinstallati, io mi riferivo sempre a Windows che lo trovi preinstallato in 9 portatili su 10. Ora si vede qualche notebook con ubuntu preinstallato, ma caso raro nei negozi... Invece sarebbe bello poter scegliere un portatile solo dall'hardware, scegliere il SO direttamente in negozio e passare a ritirarlo già pronto. Ma hai ragione tu, alla maggior parte della gente interessa solo un sistema che funzioni e che causi meno sbattimenti possibile.
RispondiEliminaSono il primo sostenitore di HTML5 ma sarà ancora un processo lungo, perchè HTML5 è ancora relativamente giovane a manca ancora in qualcosa. In chromium non penso sia più possibile installare flash, al massimo pepper flash. Chrome sta eliminando il supporto a NPAPI, in Linux li ha già rimossi e in Windows accadrà a breve. Questo dovrebbe favorire HTML5, anche se comunque rimane pepper flash, ma altri plugin non saranno più utilizzabili. Vedremo...
RispondiEliminaIl mio commento partiva da una considerazione di base: se si vuole che le software house agiscano verso il pinguino è necessario che il pinguino sia installato almeno aul 10-15% dei pc desktop casalinghi, solo in quel caso allora si vedrebbero risultati.
RispondiEliminaPerchè è vero che in Linux ci sono fior di programmi ma se si vuole lavorare professionalmente i suddetti non arrivano ai livelli di quelli di determinate software house.
Cmq il fatto che nelle pubbliche amministrazioni Linux stia entrando in modo deciso (complice il fatto che Linux non si paga mentre Windows si) è sicuramente un bel passo avanti i cui benefici si potranno vedere fra qualche anno quando per lavorare o creare un documento sarà necessario usare Linux e quindi ecco che chi ne ha bisogno comincerà a usarlo anche in casa (da li a poi usarlo in modo basilare il passo non è lungo...).
Io cmq non lo lascerò mai ora che ho un pò di dimestichezza e ogni persona che usa e userà Linux per merito mio è sicuramente un bel riconoscimento per il sottoscritto.
Già 5 miei amici hanno abbandonato Windows per Kubuntu e il fatto che nessuno dei 5, a distanza di mesi, non abbia più nessun problema con Kubuntu bè scusatemi ma sono soddisfazioni!