Torino sta per unirsi all'allegra brigata dei Comuni votati all'open source e lo fa in grande stile.

Come ben saprete uno dei costi principali dei sistemi informatici delle Pubbliche Amministrazioni di mezzo mondo risiede nel costo delle licenze dei sistemi operativi impiegati nonché delle suite da ufficio. Milioni di euro che potrebbero essere risparmiati passando a soluzioni open source o di software libero. Accade così che molte città, spinte dalle ristrettezze economiche del periodo, decidano di fare il grande passo.
L'ultima arriva è la città di Torino che ha deciso di passare a Linux gli 8300 PC presenti negli uffici dell'amministrazione comunale. La decisione arriva direttamente dal city manager Gianmarco Montanari e dal direttore dei sistemi informativi Sandro Golzio che si sono trovati dinanzi ad un bivio: aggiornare i PC e le licenze dei PC della civica spendendo così 22 milioni di euro per i prossimi cinque anni oppure passare a soluzioni libere e gratuite così come fatto dalle città di mezzo mondo risparmiando così 6 milioni di euro nell'arco dello stesso periodo.
Ovviamente è stata scelta la seconda ipotesi che, superati i costi iniziali della migrazione, consentirà sul lungo periodo ulteriori risparmi.
Per la migrazione, che sarà supportata dal CSI, si è ha scelto di affidarsi ad Ubuntu come distribuzione Linux, Apache OpenOffice come suite da ufficio e i programmi di Mozilla (Firefox e Thunderbird).
Voi cosa ne pensate?