Red Hat lancia Red Hat Enterprise Virtualization 3.5 che offre maggiori scalabilità, funzionalità di gestione e integrazione con OpenStack

Red Hat Enterprise Virtualization rappresenta la piattaforma ideale per workload tradizionali e cloud-enabled

Milano, 12 febbraio 2015 - Red Hat, Inc. (NYSE: RHT), leader mondiale nella fornitura di soluzioni open source, annuncia la disponibilità di Red Hat Enterprise Virtualization 3.5, abilitando le aziende a implementare infrastrutture IT che gestiscono workload di virtualizzazione tradizionali dando vita al contempo a una base enterprise-grade per infrastrutture cloud. Red Hat Enterprise Virtualization 3.5 assicura servizi standard per carichi di lavoro mission critical e offre alle organizzazioni IT una maggiore visibilità per effettuare provisioning, configurazione e monitoraggio di infrastrutture virtuali, il tutto basato su standard aperti.

Red Hat è leader riconosciuto nella scalabilità e prestazioni di workload per macchine virtuali, e Red Hat Enterprise Virtualization 3.5 estende questa leadership con il supporto di 4 terabyte di memoria per host, 4TB di vRAM e 160 vCPU per macchina virtuale.

Tra le nuove funzionalità vi sono: 
  • Gestione e provisioning del ciclo di vita di host bare-metal tramite l’integrazione con Red Hat Satellite.
  • Ottimizzazione delle risorse di elaborazione tramite analisi avanzate in tempo reale con l’integrazione oVirt Optimizer. In questo modo gli utenti identificano l’allocazione di risorse che meglio soddisfa le loro esigenze mentre effettuano il provisioning di nuove macchine virtuali. 
  • Prestazioni e scalabilità dei workload grazie al supporto NUMA (non-uniform memory access). Esteso a Host NUMA, Guest Pinning e Virtual NUMA. In questo modo i clienti possono implementare workload altamente scalabili con migliori prestazioni, riducendo l’overload di risorse legato ai tempi di accesso alla memoria fisica. 
  • Migliore disaster recovery tramite una più efficiente gestione dei domini storage, offrendo supporto per la migrazione di domini storage tra diversi data center supportati da Red Hat Enterprise Virtualization, abilitando le tecnologie dei partner ad offrire funzionalità di ripristino del sito.

Red Hat Enterprise Virtualization funge da base ideale per carichi di lavoro virtuali tradizionali e quelli cloud-enabled basati su OpenStack. Red Hat Enterprise Virtualization 3.5 comprende funzionalità che ne potenziano l’uso in caso di workload cloud tra cui:
  • Integrazione e servizi condivisi con OpenStack Image Service (Glance) e OpenStack Networking (Neutron), disponibili come Tech Preview, che permettono agli amministratori di eliminare il silos e implementare le risorse una volta sull’intera infrastruttura. 
  • Tipologie di istanze, che unificano il processo di provisioning di macchine virtuali per workload sia virtuali che cloud. 

Disponibilità Red Hat Enterprise Virtualization 
  • Come offerta standalone - Red Hat Enterprise Virtualization 3.5 – compresi Hypervisor e manager per workload virtuali per I sistemi operativi guest supportati. 
  • Come offerta integrata, denominata Red Hat Enterprise Linux with Smart Virtualization, pensata per i clienti che desiderano massimizzare i vantaggi della loro infrastruttura virtuale con workload Linux. Questa offerta combina le funzionalità di innovazione, prestazioni, scalabilità, affidabilità e sicurezza di Red Hat Enterprise Linux con le avanzate capacità di gestione di Red Hat Enterprise Virtualization. 
  • Con Red Hat Cloud Infrastructure, una soluzione completa che supporta le aziende nel loro percorso dal data center tradizionale ai cloud OpenStack. Red Hat Cloud Infrastructure è una singola sottoscrizione che comprende Red Hat CloudForms, Red Hat Satellite, Red Hat Enterprise Linux OpenStack Platform e Red Hat Enterprise Virtualization. 

“A mano a mano che un numero sempre maggiore di aziende cerca di trarre vantaggio da un IT bimodale nei loro ambienti virtuali e cloud, Red Hat Enterprise Virtualization offre un elemento chiave di una infrastruttura pronta per accomodare la virtualizzazione tradizionale, pur gettando le basi per carichi di lavoro cloud”.